È un dato di fatto: le malattie mentali quest'anno sono aumentate di gran lunga, conseguenza evidente dell'ansia o dell'isolamento causati dalla pandemia. Rapida panoramica della situazione e delle possibili soluzioni.
Nel corso dei mesi la diminuzione delle relazioni sociali, reclusione, perdita di una persona cara, assenza di orizzonti, ecc. si sono aggiunti alla paura di morire, di essere contagiati o di contagiare gli altri.
Così, la pandemia di Covid-19 ha generato un contesto profondamente ansiogeno che ha avuto ripercussioni impressionanti e drammatiche su tutta la popolazione mondiale.
Già nel 2020 era suonato il campanello d'allarme: in Francia, ad esempio, Santé Publique France ha condotto uno studio tra aprile e ottobre 2020 per valutare gli effetti della pandemia sulle condizioni psicologiche dei francesi (1). Il 1° aprile 2020 i risultati erano sorprendenti:
Il tutto prevalentemente in persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni (dati simili a quelli di uno studio cinese condotto nello stesso periodo) (2). Tutto ciò è probabilmente dovuto all'assenza di orizzonti, essendo il periodo tra i 18 e i 30 anni quello durante il quale si fanno progetti di vita.
Un altro modo per valutare la salute mentale della popolazione è naturalmente analizzare il consumo di farmaci.
Sempre in Francia, la constatazione non lascia spazio a dubbi: "due classi terapeutiche di farmaci per i disturbi mentali, gli ansiolitici e gli ipnotici, hanno visto il loro consumo aumentare costantemente durante e dopo il lockdown", precisa un imponente rapporto condotto dall'Agence nationale de sécurité du médicament e dall'Assurance maladie (3).
Durante il primo lockdown si registrano oltre 300.000 pazienti/consumatori in più. Tra marzo 2020 e aprile 2021, gli studi evidenziano 3,4 milioni di prescrizioni in più del previsto!
Un sovraconsumo inquietante secondo Antoine Pelissolo, primario del dipartimento di psichiatria dell'ospedale universitario Henri-Mondor di Créteil (Valle della Marna). Quest'ultimo evoca infatti il rischio dell'automedicazione, dal momento che questi farmaci sono considerati dai pazienti come "il paracetamolo dell'ansia".
Tuttavia, è interessante, benché preoccupante, notare che sebbene i giovani siano stati i più colpiti dai sintomi dell'ansia, il loro consumo di farmaci è diminuito. È nella fascia di età 40-74 anni che il consumo di medicinali è aumentato notevolmente.
Tutti ne hanno risentono: bambini, adolescenti, genitori confinati, così come lavoratori essenziali e personale sanitario. Lo stesso contesto che ha generato i disturbi d'ansia ha favorito anche i disturbi del sonno.
Uno studio britannico (4) condotto nell'agosto 2020 ha rivelato infatti che un inglese su quattro, a fronte di uno su sei prima della pandemia, ha sofferto di problemi legati al sonno. Un dato che ha portato alla creazione del neologismo "coronasomnia". In Cina, durante il lockdown, i disturbi del sonno sono passati dal 14,6% al 20%. Insomma, incontriamo lo stesso tipo di problemi fra le popolazioni dell'intero pianeta.
Tutto ciò è accentuato dal fatto che gli schermi sono diventati, durante i lockdown e il coprifuoco, rifugi estremi per molte persone, tramite social network e piattaforme VOD.
Così, in Francia, secondo il primario del centro di medicina del sonno dell'ospedale universitario di Besançon, il consumo di sonniferi è passato dal 15% dell'inizio dell'epidemia al 20% (5).
Nonostante il peggioramento dei disturbi psicologici e del sonno causati dalla pandemia di Covid-19, si è aperto uno spiraglio: quello della destigmatizzazione delle visite per problemi psichici.
Infatti psicologi , psichiatri e cronobiologi hanno visto esplodere il numero delle loro sedute. Prova evidente che i pazienti ora hanno meno impaccio e sono meno frenati nell'accettare le loro difficoltà e il loro bisogno di aiuto.
Pertanto, va da sé che se percepite uno qualsiasi dei disturbi citati in questo articolo (insonnia o stanchezza eccessiva, ansia, sindromi depressive, ecc.), è indispensabile consultare un medico per essere accompagnati verso una soluzione sana e sostenibile.
Tutti gli specialisti concordano sul fatto che la pratica di un'attività sportiva è una delle componenti essenziali per stare meglio, dormire meglio e combattere i disturbi d'ansia causati dall'emergenza Covid-19. Sano affaticamento muscolare, produzione di endorfine e di altri ormoni della felicità, ecc. possono aiutare l'organismo a dormire meglio e a provare piacere (6).
Anche i grandi spazi aperti sono fortemente consigliati per contrastare gli effetti di lockdown e coprifuoco. Questo principalmente perché l'esposizione prolungata alla luce naturale è eccellente per regolare i ritmi biologici e favorire la produzione di vitamina D, necessaria per la salute dell'organismo.
Esistono anche numerosi integratori alimentari naturali in grado di supportare la salute mentale e di contribuire a mantenere un sonno di qualità.
L'erba di San Giovanni, ad esempio, è una pianta perenne utilizzata da millenni per sollevare l'umore e mantenere una stabilità psicologica (7). Viene comunemente chiamata "erba di San Giovanni" (ed è presente nell'integratore St. John's Wort Extract).
L'erba della tigre (che costituisce l'integratore Centella asiatica) è una pianta ayurvedica millenaria utilizzata nelle farmacopee tradizionali cinese e indiana. Contiene asiacoside e madecassosidee supporta la salute mentale (8).
Alcuni scelgono anche di aumentare il proprio apporto di acido gamma-amminobutirrico (GABA), un neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale (opta ad esempio per PharmaGABA®).
L'Aphanizomenon flos-aquae è un'alga blu utilizzata da millenni dai nativi americani, poiché cresce naturalmente nel lago Klamath, in Oregon. Il motivo principale per cui ha attratto l'attenzione degli scienziati è il suo alto contenuto di feniletilammina (PEA), una neuroammina endogena i cui effetti positivi sull'umore sono stati ampiamente dimostrati (scegli il nostro integratore AFA Extract e sfrutta i suoi benefici sull'umore) (9).
Lo sport non è l'unica cosa in grado di provocare il rilascio di serotonina, uno degli "ormoni della felicità" del nostro organismo. Esiste anche un precursore naturale della serotonina: il 5-idrossitriptofano, o 5-HTP. Questa molecola è presente in una pianta africana molto apprezzata e utilizzata nella medicina tradizionale: Griffonia simplicifolia (da cui viene estratto il nostro 5-HTP) (10).
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